Contrada Cerasa Monreale
Il cuore dell’azienda si trova in Contrada Cerasa, tra San Cipirello e Piana degli Albanesi, nel comune di Monreale, a un’altitudine di 500 metri sul livello del mare. L’azienda si estende su quasi 13 ettari, di cui 6 ettari ospitano quattro varietà di vigneto.
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Trebbiano
Coltivato a Cerasa fin dal 1400, il Trebbiano è allevato nella tradizionale forma a tendone, simbolo della storia agricola locale. -
Catarratto
Della varietà extra lucido, il Catarratto è un’uva delicata e oggi poco coltivata, ma rappresenta una perla rara della nostra produzione. -
Perricone
Questo raro vitigno ha trovato la sua culla d’origine nella valle del Belice. Quasi sconosciuto, è stato storicamente vinificato insieme ad altri vitigni, in particolare il Nero d’Avola. -
Nerello Mascalese
Originario della zona orientale della Sicilia, soprattutto dell’Etna, il Nerello Mascalese fu introdotto a Cerasa dal mio bisnonno, che volle associarlo nella vinificazione al Perricone.
Restanti 7 ettari dell’azienda sono terreni seminativi dove i nostri cavalli pascolano liberamente, contribuendo all’equilibrio dell’ecosistema aziendale.
La composizione del terreno è prevalentemente argillosa e limosa, che dona ai vini carattere e la complessità.
"Il gusto del vino può essere unico ed inimitabile soltanto se è la piena espressione del suo clima e del proprio territorio"
Nicolas Joly
Gestione del Terreno
Nella gestione del terreno, è fondamentale sottolineare l’importanza dei preparati biodinamici 500 e 501, insieme al sovescio di erbe spontanee e leguminose, che contribuiscono a mantenere la biodiversità anche durante la fase di dormienza delle piante.
L’agricoltura siciliana, come il suo clima, si distingue per le caratteristiche uniche rispetto ad altre regioni storicamente vocate alla viticoltura, come nel nord Italia o la Francia. L’estate è molto calda e le piogge sono praticamente assenti. Questo permette di limitare notevolmente i trattamenti contro le malattie, ma allo stesso tempo rende necessario proteggere il terreno dall’evaporazione delle piogge invernali. Per questo motivo, non possiamo lasciare i vigneti inerbiti, intoccati, poiché il rischio di incendi e la formazione di fessure nel suolo sarebbe troppo elevato.
La pratica di aridocoltura, che prevede l’uso dell’aratro sulla superficie del terreno, aiuta a coprire le lesioni provocate dalle temperature estreme, limitando l’evaporazione e permettendo alla pianta di arrivare a frutto senza ricorrere all’irrigazione. I trattamenti fitosanitari che vengono eseguiti sono pochi e a base di zolfo, con una piccola aggiunta di rame solo in condizioni particolarmente rischiose.